LA NOSTRA STORIA
La nostra storia viene da lontano, anzi da molto lontano. Possiamo cadenzarla in tre periodi:
1. la nascita del bridge come gioco;
2. l’introduzione e la diffusione del bridge a Caserta e provincia;
3. la nascita dell’Arcobaleno.
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Il bridge nacque in Inghilterra all’inizio del 16° secolo, fu codificato in regole precise nel 1742 da un certo Edmond Hoyle, divenne sport con campionati grazie all’americano John T. Mitchell nel 1892 e perfezionato in termini di licita e contratto da Ely Culbertson all’inizio del novecento.
Il bridge si diffuse rapidamente nel mondo e il primo campionato mondiale a squadre si svolse a Budapest nel 1937, nell’anno in cui nasceva a Milano l’Associazione Italiana Bridge per merito di un gruppo di appassionati quali Paolo Baroni, Piero Acchiappati, Federico Rosa e Giano Vedovelli.
La federazione a livello mondiale (World Bridge Federation) nacque a Oslo nel 1958, quella italiana (FIGB) nacque negli anni novanta e fu riconosciuta dal CONI e dal Comitato Olimpico Internazionale.
L’Italia si è distinta subito in questo sport grazie al Blue Team, l'appellativo attribuito alla squadra nazionale che ha rappresentato l’Italia nelle maggiori competizioni internazionali dominando incontrastata la scena per circa un ventennio, dalla metà degli anni cinquanta a metà degli anni settanta, vincendo 13 titoli mondiali, 3 olimpici e 11 europei.
Per la maggior parte del tempo in cui dominò il mondo, il Blue Team fu formato dalle coppie Giorgio Belladonna-Walter Avarelli, Benito Garozzo-Pietro Forquet e Camillo Pabis Ticci, Massimo D’Alelio-Eugenio Chiaradia e altri ancora. Padre spirituale e capitano non giocatore della nazionale fu Carl’Alberto Perroux.
Miti italiani del bridge mondiale praticamente irraggiungibili, ai primi posti della classifica all time dei migliori giocatori secondo la Federazione Internazionale del Bridge (WBF).
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A Caserta il bridge fu introdotto all’inizio degli anni ’70 del secolo scorso da un manipolo di appassionati tra i quali il gen. Eriberto Dedachenausen, il gen. Carlo Gay, il prof. Giuseppe Coladonato, il preside Omero Falcone, i fratelli architetti Alfredo e Bettino Abbate, l’ing. Giuseppe Gorga, l’ing. Manfredi Fava, il dott. Paolo Brini, con il contributo di un gruppo di bridgisti sammaritani come l’avv. Alfonso Raffone, il gen. Tommaso Nacca e il dott. Emanuele Condorelli più un gruppo di bridgisti maddalonesi tra i quali il giudice Nicola Della Peruta e l’avv. Franco Bove.
Il merito di aver messo insieme tutti i bridgisti del casertano fu di Tommaso Nacca che fondò il Bridge Club Caserta. Furono gli anni d’oro del bridge casertano grazie al costante impegno del fondatore, del magg. Pino Pagano, del gen. Nello Natale, dell’ing. Vincenzo Fava, del dott. Franco Provolo e altri ancora.
Si svolsero molti corsi di bridge a vari livelli e fu creata la prestigiosa sede di Via Laviano, ammirata (e invidiata) da tutti i circoli bridgistici della Campania. In quella sede oltre a tornei provinciali e nazionali, furono avviate anche molte attività culturali, come conferenze, eventi musicali, presentazioni di libri e mostre, oltre a tornei di altri giochi di carte come il tressette e l’emergente burraco.
Ma, come tutti gli organismi viventi su questa terra, anche il bridge casertano, nacque, ebbe i suoi momenti di crescita, di gloria, ma anche i suoi momenti di crisi e rischiò di scomparire all'inizio di questo secolo.
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Il merito di averlo tenuto in vita va ascritto all’ing. Fernando Giordano, che nel 2011, fondò l’ASD Bridge Arcobaleno, assieme alla consorte Anna Vizzarro e alla fattiva collaborazione della prof.ssa Maria G. Ciannarella, dei coniugi Fulvio e Nicoletta Mastronardi, i coniugi Roberto e Angelina De Angelis, l’AMM. Mario Schettino, e altri ancora.
Alla sua nascita la sede di gioco del club è restato presso quella dell’associazione 50&PIU’, da cui l’Arcobaleno prese le mosse, per poi spostarsi al “Circolo Unificato dell’Esercito”, ubicato in Via Battisti e infine approdare nella sede attuale, ovvero il Circolo Nazionale.
L’impegno dei fondatori dell’Arcobaleno è stato sempre quello di recuperare e rinforzare quella passione per il bridge a Caserta e provincia, che aveva significato tanti successi con la gestione del gen. Nacca e i bridgisti della sua epoca.
E questo resta l’impegno per i suoi successori.